lunedì 2 luglio 2007

Una ricerca sul (controverso) rapporto tra relatori pubblici e giornalisti

Non potevo non segnalare la ricerca che Toni Muzi Falconi e Chiara Valentini stanno conducendo e che riguarda il rapporto tra relatori pubblici e giornalisti.

Rispondete e diffondete il questionario!

Molto spesso questo rapporto è controverso, teso, poco ben definito. Molte volte succede che il confine tra i due "mondi" sia così labile (se di confine si può parlare) da non vederci chiaro nemmeno chi si trova in mezzo.

Personalmente preferisco considerarli due facce della stessa medaglia, con il distinguo che riguarda l'approccio che un relatore pubblico dovrebbe, a mio avviso, avere: la stampa (web, radio, carta) è uno dei mezzi di comunicazione, il cui uso, come strumento e non come mero fine, dovrebbe rientrare in tutte quelle attività continuative volte per creare e mantenere una rete di relazioni con i diversi pubblici di riferimento dell'organizzazione per la quale lavora.

Il relatore pubblico dovrebbe fare relazioni (quindi media relations, non semplice addetto stampa), il giornalista occuparsi di informazione.

Difficile che un giornalista che non ha fatto altro nella vita possa fare comunicazione, anche se potrebbe sempre avanzare la famosa frase di Paul Watzlawick: "E' impossibile non comunicare"...

Che ne dite?

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giovedì 24 maggio 2007

Ancora dubbi sui blog? Chiedere ad Apple.


Leggendo siti e blog italiani o parlando con professionisti del settore delle relazioni pubbliche, c’è sempre stato e continua ad esserci una certa diffidenza sul reale potere dei blog nel mondo dell’informazione e della comunicazione.
Ma forse basterebbe buttare l’occhio un po’ più in là per capire che, come gli altri media, anche i blog possono riservare gioie & dolori e spesso le lacrime possono essere “molto salate”.
Engadget, fonte web delle più autorevoli sulle news nel campo delle tecnologie, ha pubblicato un articolo in cui annunciava forti ritardi (qualche mese ma in questo settore si può considerare un’eternità) della Apple nell’uscita dell’attesissimo Iphone e del sistema operativo Mac Os X 10.5.
La fonte doveva essere un’email interna dell’azienda inoltrata esternamente proprio ad Engadget quindi nulla di più sicuro se non fosse per il fatto che, dopo accertamenti, tale messaggio è risultato essere fasullo anche se maledettamente uguale ai messaggi di posta elettronica interni di Apple.
Risultato? In pochi minuti le azioni della Mela hanno iniziato a crollare al Nasdaq passando da 108,48 a 103,42 dollari per complessivi 4 miliardi di dollari di danno.
Nonostante la smentita di Apple sia stata tempestiva così come l’intervento riparatore di Engadget, il risultato prodotto è stato davvero sconcertante.

Per chi volesse approfondire qui potete trovare l’articolo di Engadget con la smentita.

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venerdì 29 dicembre 2006

L’influenza dei blog: usi ed abusi!


Internet rappresenta una nuova opportunità per la comunicazione d’impresa mettendo a disposizione delle aziende e dei professionisti di rp nuovi strumenti, nuove tecnologie ma creando, al tempo stesso, nuove sfide e problematiche.
Ecco perchè è fondamentale analizzare l’evoluzione e le potenzialità di questi nuovi media imparando, come sempre, dalle prime esperienze e dagli errori fatti.
Come già visto nei commenti sul precedente post e come già trattato da diversi esperti, attendibilità e grado d’influenza rappresentano i concetti chiave della comunicazione online soprattutto quando parliamo di corporate blog.
Qual’è il grado d’influenza che le aziende/organizzazioni esercitano sui loro pubblici attraverso i propri blog?
Da una ricerca dell’agenzia Ipsos e condotta in vasta scala su Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia, sono ben 25 milioni le persone che hanno modificato la propria opinione e la propria scelta di acquisto di un bene/servizio dopo aver consultato un blog. Un numero davvero notevole soprattutto se valutiamo il grado d’autorevolezza che gli intervistati hanno fornito a diverse fonti: 30% stampa, 24% blog, 17% pubblicità, 14% e-mail marketing.
In particolare hanno preso piede diversi blog utili nel campo delle tecnologie (cellulari, computer, navigatori satellitari, ecc...) in cui esperti ed appassionati dialogano e commentano i nuovi prodotti e le tendenze di mercato. Ed analizzando la blogosfera vediamo che proprio le grandi aziende high-tech per prime hanno compreso le potenzialità di questa relazione “virtuale” ed i possibili riscontri economici e qualitativi sulle loro attività.
Qualche esempio? Abbiamo già detto di Intel ma lo stesso potremo dire per Microsoft che ha affidato ad un proprio dipendente, Robert Scoble, la gestione del blog aziendale attraverso cui dialogare con i visitatori/lettori sui prodotti dell’azienda. Attraverso questo nuovo canale, Microsoft riceve quotidianamente commenti e spunti interessanti da clienti, appassionati ed esperti d’informatica alla scopo di migliorare la qualità dei propri software. Altro buon esempio è quello di General Motors che, sfruttando al meglio la tecnologia rss, si concentra sull’aggiornamento del blog con il duplice obiettivo dell’interazione con i clienti (fidelizzazione) e della visibilità.
E’ normale che ci siano però anche alcuni esempi negativi di come i blog vengano camuffati da strumento di relazione ma essendo, nella pratica, semplici e banali canali promozionali.
Già detto del caso Wal-Mart, torniamo a casa nostra con due esempi: quello del Gruppo Fiat – Lancia per la nuova versione della Ypsilon (www.miss-y.it) e quello di Martini & Rossi per il brand Bacardi (www.bblog.it). In entrambe i casi, l’aziende promuove un proprio stile utilizzando un personaggio immaginario, non reale e limitandosi ad utilizzare il blog per comunicare un messaggio pubblicitario o segnalare eventi, concorsi ed iniziative commerciali. Naturalmente, terminata la campagna pubblicitaria legata al ciclo di vita del prodotto, anche il blog sparisce un pò come avviene...ahimé...in molti blog politici del periodo antecedente alle elezioni (ma di questo parleremo in futuro). In questi ultimi due casi è palese che l’influenza esercitata è molto bassa e si può manifestare (nei casi migliori) in una tendenza del momento (breve periodo).

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venerdì 1 dicembre 2006

Le relazioni commerciali...comunicazione d'impresa


Nel mese di gennaio partirà a Udine un corso per "Addetti alle relazioni commerciali" organizzato dall'Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociale del Friuli Venezia Giulia) e finanziato dal Fondo Sociale Europeo: perchè vi dico questo? Perchè, per precedenti accordi tra la società per cui lavoro ed Ires, dovrò partecipare a tale corso in qualità di relatore.
A dir la verità, essendo il mio un intervento breve (un pomeriggio) è più corretto forse dire che dovrò portare una testimonianza di come vengono affrontati, all'interno della nostra struttura (Centro Convegni Palazzo delle Professioni di Udine) i rapporti commerciali.
Stavo quindi iniziando a strutturare la mia "lezione" e cercando di capire quale taglio dare all'argomento per non fossilizzarmi su concetti "terra terra" e per lasciare qualcosa ai partecipanti, almeno il mio punto di vista.
Ed è così che mi sono trovato a ragionare sulle relazioni commerciali...eh già, proprio relazioni...come le ns adorate relazioni pubbliche, ci sarà mica qualche punto di contatto?

Risposta semplice....naturalmente SI!

Le relazioni commerciali possono...devono essere considerate, a parer mio, sotto due ottiche:

1) STRUMENTO DELLA COMUNICAZIONE D'IMPRESA

Le aziende comunicano in maniera più o meno consapevole con i propri pubblici di riferimento, tra cui i clienti (acquisiti e potenziali). In quest’ottica la figura dell’addetto alle relazioni commerciali dev’essere rivisitata non solo come fonte di redditività per l’azienda bensì come “costruttore” di relazioni e rapporti duraturi ed efficaci.
Ne consegue che le relazioni commerciali costituiscono un momento fondamentale nella creazione e gestione dell’identità dell’azienda stessa.

2) STRUMENTO DI AUDIT e, conseguentemente, fonte di informazioni utili alla pianificazione strategica dell'azienda

Il processo evolutivo della comunicazione d’impresa negli ultimi anni è principalmente segnato dal passaggio da “comunicazione” a “relazione” in cui gli interessi dei pubblici esterni dell’azienda vengono interiorizzati e fatti propri. Qual’è il motivo di questo cambiamento? L’azienda vuole creare “consenso” al fine di fidelizzare il cliente e garantirsi un rapporto nel lungo periodo con i suoi interlocutori.
Le relazioni commerciali, in quest’ottica, diventano strumento di audit e quindi di verifica e controllo degli interessi e delle aspettative del mercato: in questo modo l’addetto alle relazioni commerciali e la sua attività quotidiana diventano fonte di informazioni utili a pianificare la strategia aziendale.

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venerdì 13 ottobre 2006

Intercettazioni telefoniche: strumento per le relazioni pubbliche?

Prendo spunto dal blog di Toni Muzi Falconi (www.tonisblog.com), per girare a voi tutti (e chissà quanti sarete già...a milioni!!!) questa domanda: le intercettazioni telefoniche possono essere considerate uno strumento per i professionisti di rp ? Forse la prima risposta che vi passa per la mente è "Assolutamente noooo" o almeno questo è quello che ho pensato io leggendo il post di Toni Muzi Falconi. Ma come? Ho passato anni...e non pochi...all'Università per poi dover lavorare per mezzo delle così attuali intercettazioni telefoniche? Non è possibile, mi spiace Toni ma stavolta hai preso un abbaglio. Continuando però nella lettura del suo post le cose iniziano a cambiare, inizio a pensare che un fondo di verità nelle sue parole c'è. Riporto solo un pezzo in cui si parla di due casi specifici ma vi consiglio di leggere tutto il commento: "In one specific case, I was even directly victim of this procedure: a major corporation, in order to avoid a huge fine, accepted, without informing me, to post on the Internet all the classified information I had been supplying for many years … Can you imagine my embarrassment? And, can you imagine the fortune I could have made had I decided to sue that company for breach of years of reciprocal non disclosure agreements? In another recent case, in which I was not directly involved, but experienced it from close by, a colleague of mine actually convinced a client who knew his mobile was being tapped to use this very channel of communication to orient eavesdroppers and their clients in wrong directions…and, believe me, it worked like charm!!!

"Oh my God..ragazzi, è vero...le intercettazioni possono essere considerato uno strumento di relazioni pubbliche, poi potremmo disquisire sull'etica ma è probabilmente innegabile il loro ruolo nella creazione di consenso, di reputazione o nell'influenzare attività e comportamenti. Onestamente è un ragionamento che, soprattutto in prima battuta, mi ha un pò sconvolto le idee in merito alla professione che abbiamo o che vorremmo intraprendere. Fino a che punto può e deve spingersi il professionista di RP nel gestire e tutelare il suo cliente ed i suoi obiettivi?Verrebbe da pensare quindi che in guerra ed in amore tutto è permesso, o quasi...Non lo so, rimango perplesso. Toni Muzi Falconi conclude il suo post auspicando una via d'uscita: il ritorno al vero concetto di trasparenza. Chi sono, chi rappresento, quali sono i miei obiettivi e come intendo raggiungerli?Al momento, mi pare di capire, si possa ipotizzare quindi che non sempre è possibile dare una risposta a tutte queste domande.Ma sarà possibile farlo più avanti? E' possibile fare un percorso a ritroso per tornare a parlare di trasparenza? Ho i miei dubbi ma, da inguaribile sognatore, me lo auguro!

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