domenica 10 giugno 2007

Fiducia, trasparenza e la gestione della cosa pubblica

La mancanza di trasparenza della politica e la sfiducia nelle istituzioni che ne deriva sono i principali problemi del nostro paese. Inutile girarci attorno. E bene lo si è visto nel convegno organizzato da FERPI sul ruolo della comunicazione per la modernizzazione del Paese, tenutosi a Roma l'8 giugno scorso. Leggete il commento del già presidente Andrea Prandi a riguardo.

Moderato da Fabio De Rossi, vice direttore del Mondo, l'incontro ha avuto come principali relatori Paolo Anselmi di Gfk-Eurisko, l'azienda che ha curato per conto di FERPI una ricerca sul grado di fiducia degli italiani verso le istituzioni, e Paul Véron, direttore della Comunicazione e delle relazioni esterne di UIC (Union internazionale des Chemins de fer).

La ricerca era volta a scoprire di quali fonti si fidassero gli italiani, quale tipo di informazioni richiedessero, e quale atteggiamento avessero verso le infrastrutture.

Da questa ricerca è emerso un dato interessante per quanto riguarda la fiducia: i politici risultano essere all'ultimo posto (ma che strano!), e i media sono superati dalle associazioni ambientaliste (sic!).

Ma sono esse solo più credibili oppure sono più capaci di altri di comunicare meglio, di dimostrarsi trasparenti e degni di fiducia?

La trustworthiness risulta essere un reale problema - se non IL problema - per le istituzioni e la politica italiane. Il problema è che la fiducia nella e verso la politica manca da molto tempo. Secondo Giampietro Vecchiato, neo-eletto vicepresidente FERPI, con il quale ho scambiato qualche parola ieri sera, la sfiducia nella politica potrebbe essere fatta risalire agli anni '70, mentre secondo Fabio Ventoruzzo - giovane account di FBcomunicazione e socio FERPI - sarebbe Tangentopoli ad aver segnato definitivamente la storia politica italiana.

La trasparenza che manca in molte fasi del processo decisionale e amministrativo fanno il resto.

Che fare dunque? Serve maggiore credibilità, ma cose si costruisce? o come si ricostruisce?

Lavorare sulla credibilità potrebbe a mio avviso risultare, agli occhi della gente, manipolatorio e quindi incentiverebbe la percezione diffusa che i relatori pubblici siano persuasori occulti...

Non è quindi solo dai relatori pubblici che ci si potrebbe aspettare il compito di ridare credibilità alle istituzioni, ma sono soprattutto queste che dovrebbero fare un'attenta analisi di coscienza e mettersi a ricostruire davvero il paese.


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La FERPI che verrà

Si è conclusa ieri 9 giugno a Roma l'assemblea nazionale della FERPI - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (www.ferpi.it). Una città blindata per l'arrivo di George W. Bush ha fatto da cornice all'incontro biennale per il rinnovo delle cariche del direttivo e della guida della Federazione.

L'assemblea ha quindi eletto come successore di Andrea Prandi, Gianluca Comin, direttore della comunicazione di Enel, che per i prossimi due anni guiderà la FERPI assieme a un folto gruppo di professionisti di tutto rispetto. Spicca anche il nome del Vicepresidente il veneto Giampietro Vecchiato, socio dell'associazione dal 1990 e professionista riconosciuto sia a livello locale che nazionale.

La FERPI ora si porrà come obiettivi quelli indicati nel programma e voglio qui citarne i principali, che personalmente ritengo fondamentali:

- diventare più autorevole e rappresentativa per i professionisti del settore RP;

- trasformarsi in un organo più giovane e vitale, che viaggi al passo con l'attualità e con le nuove generazioni;

- rafforzare la sua capillarità e il suo radicamento nel territorio;

- diventare internazionale, per confrontare metodi e stili di comunicazione in un mondo sempre più globale.


Per fare questo c'è bisogno dell'apporto di tutti, non solo dei membri del direttivo. In questo sono stati chiari sia il presidente che il vicepresidente. La rappresentatività e l'autorevolezza si costruiscono con il tempo.

Inoltre mi piace sottolineare l'importanza che viene data alla vitalità e alla giovinezza dell'associazione, che, sempre secondo Comin e Vecchiato, deve puntare sui contributi dei soci più giovani, il futuro della professione.

Sto parlando di Uni>FERPI, la sezione studenti della Federazione, che tra l'altro ha rinnovato il direttivo (al quale il sottoscritto ha partecipato) rieleggendo Grazia Murtarelli, studentessa della Iulm di Milano a coordinatore nazionale affiancata da Luca Fantin, iscritto a Relazioni pubbliche online dell'Università di Udine a Gorizia.

Primi fra tutti i giovani. I giovani che escono dall'Università per entrare nel mondo del lavoro non hanno bisogno di formazione teorica, ma devono trasformare le competenze concettuali acquisite nel percorso di studi in soluzioni concrete per i destinatari della loro attività di relatori pubblici.

Un'associazione di professionisti può e deve mettere a disposizione delle nuove leve la propria esperienza, il proprio network di informazioni e contatti, per creare un ponte tra formazione professionale e formazione accademica.


Questo è solo l'inizio, ora ci aspetta un biennio interessante e ricco di stimoli. Molti sono stati chiamati a dare un contributo tangibile all'associazione - personalmente credo sia così che si vive davvero appieno la vita associativa -, ma c'è bisogno dell'aiuto di tutti per raggiungere gli obiettivi preposti.

Quindi è tempo di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare! Ad multos annos!

Per chi volesse saperne di più, presto sul sito FERPI (al più tardi mercoledì sera) ci sarà il resoconto dettagliato dell'assemblea.

Se avete letto questo articolo e volete iscrivervi alla FERPI, è presto detto.

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martedì 5 giugno 2007

Web e politica: solite promesse elettorali?


Prendo spunto dal blog del mio concittadino Paolo Valdemarin per analizzare un po’ il rapporto tra politica e web. Nella mia città, Gorizia, si sono da poco svolte le elezioni comunali: poco importa chi ha vinto ma, come analizzato proprio da Paolo, mi piacerebbe soffermarmi sul modo di utilizzare il sito web da parte dei diversi candidati.
In fase di pianificazione della campagna elettorale è fondamentale definire il ruolo e la strategia (intesa anche come “peso”) legata ai diversi strumenti a disposizione del candidato. Il sito web è uno di questi strumenti, forse uno dei più completi per interagire con gli elettori e per creare, quindi, una relazione in cui porsi sullo stesso livello dei cittadini, ascoltare i loro dubbi & critiche e tentare d’instaurare un dialogo costruttivo (per gli appassionati di rp entriamo poi in una rappresentazione virtuale del concetto di modello simmetrico bi-direzionale in cui fondamentale è la trasparenza degli interlocutori).
Possiamo scegliere quindi una classica impostazione di sito vetrina (brrr...da brividi nell’era del web 2.0 ma è sempre una scelta possibile) oppure impostare qualcosa di più dinamico e quindi interattivo, un sito in continuo aggiornamento con la possibilità di interazione tra candidato e l’elettorato. Ci sono poi sicuramente diverse possibili sfumature di grigio ma queste due scelte rappresentano sostanzialmente la propria impostazione (appunto, il peso) della campagna elettorale su internet. Sbilanciandoci un po’ potremmo anche dire che tale scelta rappresenta la conoscenza (o la non conoscenza) delle potenzialità del web o, forse, la paura di avere tra le mani uno strumento a volte poco conosciuto e poco controllabile.
Prendiamo, ad esempio, i tre principali candidati alla carica di Sindaco.
Ettore Romoli, candidato per il Centrodestra e nuovo sindaco della città, ha optato per un sito sostanzialmente statico in cui la parte “dinamica” è rappresentata dall’inserimento di comunicati stampa e della rassegna giornali. Scelta discutibile dal punto di vista comunicativo ma, almeno, c’è stata l’accortezza di inserire i titoli dei giornali post elezioni, al 31 maggio in cui si evidenzia la vittoria. La sezione comunicati invece è ferma al 21 maggio.
Andrea Bellavite, candidato di Rifondazione Comunista, opta anch’egli per un sito statico ma chiude la rassegna stampa al 26 maggio con i proclami “Sarò un sindaco amico di tutti”.
Vale lo stesso discorso fatto per Romoli sulla scelta del sito con l’aggravante di aver chiuso il sito agli aggiornamenti del dopo elezioni.
Giulio Mosetti, candidato per l’Ulivo, presenta il sito più sobrio, più facilmente consultabile e, valutazione a titolo personale, più moderno utilizzando una struttura a blog con tanto di Rss. Qualche pecca? Certo perché i post si chiudono al 23 maggio, 4 giorni prima delle elezioni e poi non c’è più nessuna traccia per ciò che concerne i risultati.
Considerazione valida per tutti e tre: siamo nell’era del web 2.0, internet è relazione, perché tutti e tre i candidati, per interagire con i visitatori, hanno pensato solo ed esclusivamente ad un asettico e triste “scrivimi”?
Il dito non dev’essere puntato però solo verso i tre candidati (avrei potuto citarne molti di più) ma soprattutto verso chi, assieme a loro, si è occupato di gestire la campagna elettorale ed, in particolare, l’ufficio stampa. A meno che il sito internet non sia considerato come la solita promessa elettorale…