venerdì 4 gennaio 2008

Ombre a Nord Est!


Elisa cantava di luci e tramonti a nord-est, peccato si fosse dimenticata anche delle ombre ed indovinate in quale settore?
Una ricerca dell’agenzia udinese Aipem, condotta su un campione di 103 dirigenti d’azienda del Triveneto, segnala una triste situazione per la comunicazione d’impresa ed il marketing. I manager denunciano infatti una scarsa sensibilità delle aziende ad investire in soluzioni innovative nei settori della comunicazione e del marketing e persino della ricerca e sviluppo dei prodotti.
Insomma, siamo consapevoli che (purtroppo) il capitolo di spesa relativo alla ns. professione è spesso il primo ad essere tagliato (e quanto potremmo discutere su questo punto) ma che addirittura si lesini sulla ricerca ed innovazione del prodotto...bè..è triste soprattutto con i concorrenti stranieri che corrono molto più di noi.
Gli stessi dirigenti, si legge nella ricerca Aipem, si auspicano nei prossimi mesi un aumento degli investimenti in comunicazione ma non necessariamente legati ai new media o altre tecniche innovative di marketing (viral, direct, ecc...).
Speriamo non siano sempre i soliti “buoni propositi” per il futuro.

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venerdì 7 dicembre 2007

Quant'è dura l'avventura....nel web 2.0


Prendo spunto da una ricerca della Forrester presentata ad agosto e segnalata questa settimana dalla newsletter di eXtrapola sulla qualità di 100 siti web aziendali nell’era del Web 2.0 .
Il rapporto è desolante in quanto la presenza sul web viene giudicata inadeguata, obsoleta e non sfrutta le enormi potenzialità del 2.0 e questo avviene per 97 aziende su 100.
Queste alcune significative righe dell’articolo pubblicato da estrapola: “Secondo Forrester Research, manager e Ceo non hanno ancora compreso quali possano essere le potenzialità del web 2.0 e dell'avvento dei social network. Jaap Favier, direttore dell'istituto di ricerca, osserva che le aziende non sanno ancora come i propri clienti usano gli strumenti del Web 2.0 e quali siano i motivi che li spingono a creare un blog o a pubblicare un video su YouTube. Inoltre manager e Ceo non hanno esperienza su quali tecnologie e approcci siano adeguati al realizzare obiettivi di marketing”.
Probabilmente non serviva questa ricerca per sottolineare una situazione sotto gli occhi di tutti noi internauti ma mi è sembrato giusto tornare ancora una volta sull’argomento legato al rapporto tra comunicazione aziendale e tecnologia. Mi piacerebbe confrontare (se trovo un po’ di tempo lo faccio…promesso!) quante delle 100 aziende considerate hanno investito su Second Life, ad esempio, piuttosto che concentrarsi e sviluppare un sito web in linea con l’utente – visitatore di oggi, un utente sempre più preparato e consapevole e quindi sempre più alla ricerca di servizi (e relazioni) tagliati a misura delle sue necessità.

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sabato 17 marzo 2007

Dipende dal punto di vista...

Da utente registrato ai servizi Vodafone, ricevo settimanalmente le ultime news e promozioni per i servizi di telefonia mobile & internet attraverso una normalissima newsletter. E venerdì 2 marzo ne ho ricevuta una davvero molto attesa...Vodafone mi annuncia che dal 4 marzo eliminerà i costi di ricarica sui cellulari!!!

Mi sembra quindi doveroso un ringraziamento nei confronti di questo operatore telefonico che pensa a noi consumatori in primis, togliendo quella esosa "tassa" che gravava su noi utenti dei servizi di telefonia mobile.

Ecco la newsletter:


Titolo: ZERO COSTI DI RICARICA E LE NOVITA' DELL'OFFERTA VODAFONE IN ANTEPRIMA!

Dal 4 marzo Vodafone elimina i costi di ricarica: per tutte le ricariche quello che spendi diventa traffico disponibile!

Vodafone elimina??? Grazieeeee!

Ed io che pensavo fosse stato un decreto-legge ad abolire i costi di ricarica, esattamente quel decreto legge che recita così: "è vietata, da parte degli operatori della telefonia mobile, l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto".

Evidentemente questi strumenti di comunicazione ci permettono di vedere le cose da diversi punti di vista, da diverse angolazioni...sarà così...sinceramente a me sembra solo la solita presa per il culo!

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venerdì 29 dicembre 2006

L’influenza dei blog: usi ed abusi!


Internet rappresenta una nuova opportunità per la comunicazione d’impresa mettendo a disposizione delle aziende e dei professionisti di rp nuovi strumenti, nuove tecnologie ma creando, al tempo stesso, nuove sfide e problematiche.
Ecco perchè è fondamentale analizzare l’evoluzione e le potenzialità di questi nuovi media imparando, come sempre, dalle prime esperienze e dagli errori fatti.
Come già visto nei commenti sul precedente post e come già trattato da diversi esperti, attendibilità e grado d’influenza rappresentano i concetti chiave della comunicazione online soprattutto quando parliamo di corporate blog.
Qual’è il grado d’influenza che le aziende/organizzazioni esercitano sui loro pubblici attraverso i propri blog?
Da una ricerca dell’agenzia Ipsos e condotta in vasta scala su Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia, sono ben 25 milioni le persone che hanno modificato la propria opinione e la propria scelta di acquisto di un bene/servizio dopo aver consultato un blog. Un numero davvero notevole soprattutto se valutiamo il grado d’autorevolezza che gli intervistati hanno fornito a diverse fonti: 30% stampa, 24% blog, 17% pubblicità, 14% e-mail marketing.
In particolare hanno preso piede diversi blog utili nel campo delle tecnologie (cellulari, computer, navigatori satellitari, ecc...) in cui esperti ed appassionati dialogano e commentano i nuovi prodotti e le tendenze di mercato. Ed analizzando la blogosfera vediamo che proprio le grandi aziende high-tech per prime hanno compreso le potenzialità di questa relazione “virtuale” ed i possibili riscontri economici e qualitativi sulle loro attività.
Qualche esempio? Abbiamo già detto di Intel ma lo stesso potremo dire per Microsoft che ha affidato ad un proprio dipendente, Robert Scoble, la gestione del blog aziendale attraverso cui dialogare con i visitatori/lettori sui prodotti dell’azienda. Attraverso questo nuovo canale, Microsoft riceve quotidianamente commenti e spunti interessanti da clienti, appassionati ed esperti d’informatica alla scopo di migliorare la qualità dei propri software. Altro buon esempio è quello di General Motors che, sfruttando al meglio la tecnologia rss, si concentra sull’aggiornamento del blog con il duplice obiettivo dell’interazione con i clienti (fidelizzazione) e della visibilità.
E’ normale che ci siano però anche alcuni esempi negativi di come i blog vengano camuffati da strumento di relazione ma essendo, nella pratica, semplici e banali canali promozionali.
Già detto del caso Wal-Mart, torniamo a casa nostra con due esempi: quello del Gruppo Fiat – Lancia per la nuova versione della Ypsilon (www.miss-y.it) e quello di Martini & Rossi per il brand Bacardi (www.bblog.it). In entrambe i casi, l’aziende promuove un proprio stile utilizzando un personaggio immaginario, non reale e limitandosi ad utilizzare il blog per comunicare un messaggio pubblicitario o segnalare eventi, concorsi ed iniziative commerciali. Naturalmente, terminata la campagna pubblicitaria legata al ciclo di vita del prodotto, anche il blog sparisce un pò come avviene...ahimé...in molti blog politici del periodo antecedente alle elezioni (ma di questo parleremo in futuro). In questi ultimi due casi è palese che l’influenza esercitata è molto bassa e si può manifestare (nei casi migliori) in una tendenza del momento (breve periodo).

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mercoledì 6 dicembre 2006

Schierarsi o non schierarsi...come comunicare nel conflitto culturale?

E' notizia di alcuni giorni fa che la British Airways ha vinto la causa intentatagli da una dipendente che era stata sospesa per essersi rifiutata di nascondere il piccolo crocifisso che portava al collo. La hostess sosteneva di essere in diritto di esporre il proprio simbolo religioso dal momento che la compagnia aerea non impediva alle proprie dipendenti musulmane di indossare il velo.Sebbene la British Airways abbia vinto sul piano legale, ben altro risultato sta ottenendo sul fronte dei rapporti con le istituzioni politiche e con l'opinione pubblica. Cento parlamentari inglesi hanno già presentato un interrogazione sull'episodio, istigando al boicottaggio dei voli della compagnia di bandiera, e numerose sono state le manifestazioni popolari a sostegno della libertà di fede.
Evitando di soffermarci sul fenomeno paradossale che vede l'Europa (Olanda esclusa) tutelare la sensibilità dell'islam integralista maggiormente della libertà di espressione dei propri cittadini, questo episodio ci invita a riflettere sugli scenari comunicativi che istituzioni pubbliche ed aziende si troveranno ad affrontare. A mio avviso stiamo vivendo un periodo di grande cambiamento, sia di valori che di costumi. La linea di demarcazione degli schieramenti tra civiltà laico/cristiana e musulmana appare sempre più netta e profonda. Anche chi , fino a ieri, è stato a guardare, oggi si sente chiamato in causa a difendere i propri diritti e, volente o nolente, è costretto a scegliere una posizione.
Lo stato e le imprese occupano dunque una posizione molto scomoda. Si trovano a dover mediare tra i valori di libertà della cultura cui appartengono e la sensibilità, molto suscettibile, di cittadini (per lo più immigrati) di cultura e fede diversa. Qualunque strada comunicativa intraprendano, sono portati a schierarsi inevitabilmente con gli uni o con gli altri. In ogni caso la gestione della comunicazione appare molto delicata.
In questo contesto che pare peggiorare di giorno in giorno, quali scenari è possibile aspettarsi a breve?
Di fronte alle continue provocazioni e minacce, esiste la possibilità per enti pubblici ed aziende di rimanere neutrali e non finire in pasto alla public opinion?

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venerdì 1 dicembre 2006

Le relazioni commerciali...comunicazione d'impresa


Nel mese di gennaio partirà a Udine un corso per "Addetti alle relazioni commerciali" organizzato dall'Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociale del Friuli Venezia Giulia) e finanziato dal Fondo Sociale Europeo: perchè vi dico questo? Perchè, per precedenti accordi tra la società per cui lavoro ed Ires, dovrò partecipare a tale corso in qualità di relatore.
A dir la verità, essendo il mio un intervento breve (un pomeriggio) è più corretto forse dire che dovrò portare una testimonianza di come vengono affrontati, all'interno della nostra struttura (Centro Convegni Palazzo delle Professioni di Udine) i rapporti commerciali.
Stavo quindi iniziando a strutturare la mia "lezione" e cercando di capire quale taglio dare all'argomento per non fossilizzarmi su concetti "terra terra" e per lasciare qualcosa ai partecipanti, almeno il mio punto di vista.
Ed è così che mi sono trovato a ragionare sulle relazioni commerciali...eh già, proprio relazioni...come le ns adorate relazioni pubbliche, ci sarà mica qualche punto di contatto?

Risposta semplice....naturalmente SI!

Le relazioni commerciali possono...devono essere considerate, a parer mio, sotto due ottiche:

1) STRUMENTO DELLA COMUNICAZIONE D'IMPRESA

Le aziende comunicano in maniera più o meno consapevole con i propri pubblici di riferimento, tra cui i clienti (acquisiti e potenziali). In quest’ottica la figura dell’addetto alle relazioni commerciali dev’essere rivisitata non solo come fonte di redditività per l’azienda bensì come “costruttore” di relazioni e rapporti duraturi ed efficaci.
Ne consegue che le relazioni commerciali costituiscono un momento fondamentale nella creazione e gestione dell’identità dell’azienda stessa.

2) STRUMENTO DI AUDIT e, conseguentemente, fonte di informazioni utili alla pianificazione strategica dell'azienda

Il processo evolutivo della comunicazione d’impresa negli ultimi anni è principalmente segnato dal passaggio da “comunicazione” a “relazione” in cui gli interessi dei pubblici esterni dell’azienda vengono interiorizzati e fatti propri. Qual’è il motivo di questo cambiamento? L’azienda vuole creare “consenso” al fine di fidelizzare il cliente e garantirsi un rapporto nel lungo periodo con i suoi interlocutori.
Le relazioni commerciali, in quest’ottica, diventano strumento di audit e quindi di verifica e controllo degli interessi e delle aspettative del mercato: in questo modo l’addetto alle relazioni commerciali e la sua attività quotidiana diventano fonte di informazioni utili a pianificare la strategia aziendale.

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