martedì 5 giugno 2007

Web e politica: solite promesse elettorali?


Prendo spunto dal blog del mio concittadino Paolo Valdemarin per analizzare un po’ il rapporto tra politica e web. Nella mia città, Gorizia, si sono da poco svolte le elezioni comunali: poco importa chi ha vinto ma, come analizzato proprio da Paolo, mi piacerebbe soffermarmi sul modo di utilizzare il sito web da parte dei diversi candidati.
In fase di pianificazione della campagna elettorale è fondamentale definire il ruolo e la strategia (intesa anche come “peso”) legata ai diversi strumenti a disposizione del candidato. Il sito web è uno di questi strumenti, forse uno dei più completi per interagire con gli elettori e per creare, quindi, una relazione in cui porsi sullo stesso livello dei cittadini, ascoltare i loro dubbi & critiche e tentare d’instaurare un dialogo costruttivo (per gli appassionati di rp entriamo poi in una rappresentazione virtuale del concetto di modello simmetrico bi-direzionale in cui fondamentale è la trasparenza degli interlocutori).
Possiamo scegliere quindi una classica impostazione di sito vetrina (brrr...da brividi nell’era del web 2.0 ma è sempre una scelta possibile) oppure impostare qualcosa di più dinamico e quindi interattivo, un sito in continuo aggiornamento con la possibilità di interazione tra candidato e l’elettorato. Ci sono poi sicuramente diverse possibili sfumature di grigio ma queste due scelte rappresentano sostanzialmente la propria impostazione (appunto, il peso) della campagna elettorale su internet. Sbilanciandoci un po’ potremmo anche dire che tale scelta rappresenta la conoscenza (o la non conoscenza) delle potenzialità del web o, forse, la paura di avere tra le mani uno strumento a volte poco conosciuto e poco controllabile.
Prendiamo, ad esempio, i tre principali candidati alla carica di Sindaco.
Ettore Romoli, candidato per il Centrodestra e nuovo sindaco della città, ha optato per un sito sostanzialmente statico in cui la parte “dinamica” è rappresentata dall’inserimento di comunicati stampa e della rassegna giornali. Scelta discutibile dal punto di vista comunicativo ma, almeno, c’è stata l’accortezza di inserire i titoli dei giornali post elezioni, al 31 maggio in cui si evidenzia la vittoria. La sezione comunicati invece è ferma al 21 maggio.
Andrea Bellavite, candidato di Rifondazione Comunista, opta anch’egli per un sito statico ma chiude la rassegna stampa al 26 maggio con i proclami “Sarò un sindaco amico di tutti”.
Vale lo stesso discorso fatto per Romoli sulla scelta del sito con l’aggravante di aver chiuso il sito agli aggiornamenti del dopo elezioni.
Giulio Mosetti, candidato per l’Ulivo, presenta il sito più sobrio, più facilmente consultabile e, valutazione a titolo personale, più moderno utilizzando una struttura a blog con tanto di Rss. Qualche pecca? Certo perché i post si chiudono al 23 maggio, 4 giorni prima delle elezioni e poi non c’è più nessuna traccia per ciò che concerne i risultati.
Considerazione valida per tutti e tre: siamo nell’era del web 2.0, internet è relazione, perché tutti e tre i candidati, per interagire con i visitatori, hanno pensato solo ed esclusivamente ad un asettico e triste “scrivimi”?
Il dito non dev’essere puntato però solo verso i tre candidati (avrei potuto citarne molti di più) ma soprattutto verso chi, assieme a loro, si è occupato di gestire la campagna elettorale ed, in particolare, l’ufficio stampa. A meno che il sito internet non sia considerato come la solita promessa elettorale…

2 Commenti:

Alle 5 giugno 2007 alle ore 12:08:00 WET , Blogger Stefano Fait ha detto...

Ho appena finito di leggere un articolo tratto da Il Gazzettino e firmato da Fabrizio Ferrari da cui estrapolo queste righe:
" Nell'antica Grecia era l'Agorà, ovvero la piazza, il luogo in cui avveniva il confronto politico tra i cittadini, in quello romano il Foro. Duemila anni dopo il confronto resta, perchè necessario, ma l'evoluzione tecnologica ne ha spostato il luogo. Oggi l'Agorà è divenuta virtuale, si chiama internet".

L'articolo continua poi sottolineando che la politica istituzionale è praticamente assente da questo scenario e sembra quasi snobbarlo. E questo è un peccato (grave errore), conclude Ferrari, perchè nel web il confronto è vivace, fertile ed immediato.

 
Alle 11 giugno 2007 alle ore 09:54:00 WET , Blogger marcobardus ha detto...

Eh sì, sono d'accordo! La politica manca di fertilità e di capacità di confronto. Forse manca anche di umiltà nell'ammettere certi errori...e la gogna mediatica è sempre in agguato.

Credo sia una discreta diffidenza di fondo che costringe la politica nelle stanze di palazzo e non la spinge a confrontarsi nell'agorà di internet.

Qualcuno (B.Grillo) suggerisce di fare un buon reset! Credo che si potrebbe iniziare, partendo magari dalla trasparenza.

 

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