venerdì 13 ottobre 2006

Intercettazioni telefoniche: strumento per le relazioni pubbliche?

Prendo spunto dal blog di Toni Muzi Falconi (www.tonisblog.com), per girare a voi tutti (e chissà quanti sarete già...a milioni!!!) questa domanda: le intercettazioni telefoniche possono essere considerate uno strumento per i professionisti di rp ? Forse la prima risposta che vi passa per la mente è "Assolutamente noooo" o almeno questo è quello che ho pensato io leggendo il post di Toni Muzi Falconi. Ma come? Ho passato anni...e non pochi...all'Università per poi dover lavorare per mezzo delle così attuali intercettazioni telefoniche? Non è possibile, mi spiace Toni ma stavolta hai preso un abbaglio. Continuando però nella lettura del suo post le cose iniziano a cambiare, inizio a pensare che un fondo di verità nelle sue parole c'è. Riporto solo un pezzo in cui si parla di due casi specifici ma vi consiglio di leggere tutto il commento: "In one specific case, I was even directly victim of this procedure: a major corporation, in order to avoid a huge fine, accepted, without informing me, to post on the Internet all the classified information I had been supplying for many years … Can you imagine my embarrassment? And, can you imagine the fortune I could have made had I decided to sue that company for breach of years of reciprocal non disclosure agreements? In another recent case, in which I was not directly involved, but experienced it from close by, a colleague of mine actually convinced a client who knew his mobile was being tapped to use this very channel of communication to orient eavesdroppers and their clients in wrong directions…and, believe me, it worked like charm!!!

"Oh my God..ragazzi, è vero...le intercettazioni possono essere considerato uno strumento di relazioni pubbliche, poi potremmo disquisire sull'etica ma è probabilmente innegabile il loro ruolo nella creazione di consenso, di reputazione o nell'influenzare attività e comportamenti. Onestamente è un ragionamento che, soprattutto in prima battuta, mi ha un pò sconvolto le idee in merito alla professione che abbiamo o che vorremmo intraprendere. Fino a che punto può e deve spingersi il professionista di RP nel gestire e tutelare il suo cliente ed i suoi obiettivi?Verrebbe da pensare quindi che in guerra ed in amore tutto è permesso, o quasi...Non lo so, rimango perplesso. Toni Muzi Falconi conclude il suo post auspicando una via d'uscita: il ritorno al vero concetto di trasparenza. Chi sono, chi rappresento, quali sono i miei obiettivi e come intendo raggiungerli?Al momento, mi pare di capire, si possa ipotizzare quindi che non sempre è possibile dare una risposta a tutte queste domande.Ma sarà possibile farlo più avanti? E' possibile fare un percorso a ritroso per tornare a parlare di trasparenza? Ho i miei dubbi ma, da inguaribile sognatore, me lo auguro!

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