L'Isola dei fumosi
Ricevo ieri la newsletter di Comunicazione Italiana in cui mi colpisce da subito un articolo dal titolo molto eloquente “Second Life: l’isola dei fumosi”.
In sostanza ci troviamo di fronte, come si evince dall’articolo tratto da una ricerca della rivista Wired ), ad un calo mostruoso nella partecipazione a questo mondo virtuale.
Dei nove milioni di avatar, si pensa che solo 300.000 siano in realtà i frequentatori abituali, escludendo quindi le doppie (o triple) identità e le persone che si registrano solo per provare ma che poi abbandonano questa esperienza.
Numeri davvero impietosi soprattutto per le aziende che hanno visto in Second Life un nuovo canale per promuovere la propria attività ed i propri servizi, talvolta con ingenti investimenti di capitali...e non si parla di Linden Dollar!!!
Possiamo parlare quindi di crisi o forse il boom di questa realtà virtuale è stato più dovuto al tam tam mediatico e ad una moda “iper estemporanea”?
In sostanza ci troviamo di fronte, come si evince dall’articolo tratto da una ricerca della rivista Wired ), ad un calo mostruoso nella partecipazione a questo mondo virtuale.
Dei nove milioni di avatar, si pensa che solo 300.000 siano in realtà i frequentatori abituali, escludendo quindi le doppie (o triple) identità e le persone che si registrano solo per provare ma che poi abbandonano questa esperienza.
Numeri davvero impietosi soprattutto per le aziende che hanno visto in Second Life un nuovo canale per promuovere la propria attività ed i propri servizi, talvolta con ingenti investimenti di capitali...e non si parla di Linden Dollar!!!
Possiamo parlare quindi di crisi o forse il boom di questa realtà virtuale è stato più dovuto al tam tam mediatico e ad una moda “iper estemporanea”?
Etichette: Second Life
5 Commenti:
Second Life non smette mai di far parlare di sè. C'è chi lo esalta e chi lo considera una bolla di sapone, ma alla fine sono i dati quelli che contano. E questi che ci presenti sono davvero deludenti, se confermati , e vedrebbero per chi ha investito in progetti su Second Life ( penso a quello della Regione Toscana, che ho seguito ) una situazione di totale fallimento della propria strategia di comunicazione.
L.T.
www.ilcomunicatore.wordpress.com
mah, la cosa fa riflettere certamente. ho come l'impressione che la bolla speculativa, creativa e mediatica si stia esaurendo...
forse il mezzo (SL) è stato preso troppo sul serio. anche io l'ho provato, ma ho abbandonato quasi subito il mio avatar in giro per quel mondo che non mi appartiene. preferisco coltivare la mia prima vita, già piena di difficoltà, ma che dà molta più soddisfazione.
I dati sono eloquenti, non serve nessun commento a riguardo per capire che il fallimento c'è ed è sotto gli occhi di tutti. Ciò che mi sorprende è però il fatto che molte aziende, pur in un periodo di tagli ai costi (e come sempre il settore comunicazione è il primo della lista), hanno investito capitali in operazioni di marketing e pubblicità su Second Life senza aver ben ragionato sul ciclo di vita di questo mezzo e sul reale ROI ottenibile.
Mi sembra, ma forse mi sbaglio, un pò lo stesso errore fatto da tanti nei confronti della blogosfera presa quasi "sotto gamba" ed affrontata senza un'adeguata pianificazione strategica.
E' strano, già, forse queste sono solo delle avvisaglie. il mondo sta cambiando, ma i cambiamenti sono così rapidi che non si capiscono le tendenze.
Penso sia davvero difficile poter parlare di blogosfera italiana quando siamo ancora un paese segnato da un grosso e quasi invalicabile digital divide. Questo non dipende dalle aziende, ma dalle istituzioni. Sono problemi molto complessi.
Concordo con te quando ti chiedi come mai le imprese abbiano pensato di investire denaro vero per creare spazi virtuali... Forse avrebbero fatto meglio a investire sulle risorse reali, puntando a creare relazioni vere con i propri pubblici di riferimento, dando lavoro a ragazzi reali che vogliono darsi da fare nel mondo reale.
E' sempre più difficile parlare di qualità della relazione in questi termini, ma noi siamo testardi e continuiamo a battere il chiodo.
ciao,secondo me laquestione è un'altra...il mondo decond life sarebbe potuto essere un ottimo investimento se il mondo si fosse evoluto per dar maggiore "giocabilità" a tutti...
Infatti quello che molti lamentano è la mancanza di praticità nel "vivere" quel mondo.
Avrebbero innanzitutto cercato di tradurlo in più lingue per dare così lapossibilità di accesso a chiunque, edin più maggiore praticità di utilizzo...
Non è infatti possibile per chi non è abituato ai giochi virtuali accedere con facilità di utilizzo.
Naturalmente condivido con gli altri il fatto che si è poggiato tutto su una bolla di sapone mediatica, d'altronde anche Internet nel 2001 ebbe la stessa sorte ,tantissimi investimenti falliti....mancanza di tempismo!
Ora invece come tutti possono notare Internet ha maggiore dimestichezza per qualsiasi tipo di utente...basti pensare i blogs, la comunity, news aggregator....
Nel 2001 nessuno si sarebbe mai aspettato così tanto successo tra i giovani soprattutto!
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