sabato 11 novembre 2006

About the licensing of public relations

Prendo nuovamente spunto dal blog di Toni Muzi Falconi per alcune riflessioni in merito alla discussione, forse datata ma per noi sempre attuale e decisamente “hot”, sulla cosiddetta “PR Licensing”. Di che si tratta? In inglese la parola “license” significa letteralmente patente o permesso, stiamo parlando quindi di una legittimazione delle capacità e delle conoscenze di un professionista di relazioni pubbliche senza cui non sarebbe possibile operare sul mercato. Possiamo paragonarlo quindi all’esame di stato obbligatorio per diverse professioni come avvocati, commercialisti o all’esame di abilitazione per i medici. La comunità professionale mondiale è da sempre spaccata in due su questo punto in una sorta di “neverending story” che, dopo un periodo di relativo stallo, ha ripreso banco e su internet potrete trovarne largamente traccia. Vi invito a leggere, per comprendere a fondo l’argomento, le posizioni ma soprattutto le motivazioni dei diversi “schieramenti” (passatemi il termine) alcuni post presi qua e là:

Da Toni’s Blog (in inglese)

5 ottobre Harold Burson on full licensing from Delhi’s Icco conference! Professional Associations should get into the act and also devise and implement a pr for pr program!

9 settembre On the licensing of public relations: the debate revamps. Where are we to go?

Da Italo Vignoli’s Blog (in italiano)

11 ottobre
PR Licensing - Public relations will likely not gain the professional status it wants and deserves unless it embraces licensing.

In queste poche righe Toni Muzi Falconi sintetizza le motivazioni di coloro sono favoreli alla pr licensing ed ai suoi contestatori:

“The basic reasoning behind the licensing argument is that public relations, like other professions, impacts on the public interest and that therefore, as other professions are, it should be regulated to protect such public interest. The basic reasoning behind the denial of licensing is that public relations is a ‘first amendment profession’ and therefore the Government should stay away from regulating its dynamics.”

A mio modesto parere la legittimazione della professione non dev’essere considerata solo un obiettivo ma un “must” per la comunità delle relazioni pubbliche, una priorità assoluta.A proposito, leggete questo “quasi divertente” post tratto dal blog Le Relazioni Pericolosamente Pubbliche di Enrico Bianchessi. Quasi perchè purtroppo è una realtà di tutti i giorni soprattutto se pensiamo che queste cose non capitano solo a noi, nel nostro piccolo, ma persino a "mostri sacri" come Richard Edelman (The Jarvis Moment).

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