domenica 5 novembre 2006

Dove tira il vento?

Si è tenuto il 5 ottobre a Trieste presso il Centro Congressi Stazione Marittima, il workshop Assorel “Dove tira il vento? Il valore delle Relazioni Pubbliche per l’economia del nord est” in cui è stata presentata l’indagine quantitativa condotta da Astra Ricerche su commissione di 18 agenzie associate Assorel. La ricerca, presentata e commentata in maniera molto efficace da Enrico Finzi (presidente Astra e TP), è stata condotta su un campione di circa 500 professionisti delle RP (liberi professionisti, agenzie e aziende) ed aveva lo scopo di definire la situazione del mercato delle relazioni pubbliche sul territorio nazionale ed ipotizzare delle previsioni per il prossimo biennio. Non starò qui a commentare i risultati ma se siete interessati potete visitare il sito Assorel. Sono stati altri gli spunti che hanno destato la mia curiosità e su questi mi piacerebbe un po’ soffermarmi per diversi motivi, primo fra tutti perché si tratta del nostro futuro professionale e non penso che tutti conosciamo così bene la situazione del mercato, cosa ci può essere richiesto dal cliente, quali le sue aspettative nei suoi confronti e così via. Quali sono questi spunti? Per ora ne illustrerò solo due.

1) ARE U READY?
Molte volte, ed io per primo, ci lamentiamo perché pensiamo e definiamo il mercato del Triveneto (ed in particolare del Friuli) come un territorio dove c’è poca cultura della comunicazione, dove c’è poca richiesta del nostro tipo di figura professionale e dove questa non-conoscenza porta ad un conseguente non riconoscimento delle nostre competenze. A parte il fatto che, per ciò che concerne il Triveneto, i numeri riportano una situazione in netto miglioramento se andiamo ad analizzare gli investimenti che le aziende, ed anche la PA, hanno destinato in questi ultimi anni alla comunicazione ma la riflessione che volevo fare riguarda proprio le competenze e la professionalità che noi, giovani “esperti” di comunicazione abbiamo conseguito o avremmo dovuto conseguire. “Un mercato più maturo e consapevole è un mercato più severo” … le parole del dott. Finzi sembrano banali ma non lo sono affatto, almeno secondo me, e mi portano a riflettere se effettivamente la crescita di consapevolezza e maturazione del mercato verso la comunicazione e le RP avanza di pari passo al mio grado di maturazione e crescita come professionista. In poche parole, mi sento pronto a soddisfare le richieste, o meglio, i bisogni del mio cliente? Non vuole essere una critica la mia ai corsi accademici, tutt’altro, ma solo la consapevole considerazione che per considerarmi un vero professionista devo continuare a crescere e ad aggiornarmi ogni giorno. Ma d’altronde…nessuno nasce "imparato", no?

2) SPECIALIZZAZIONE O PACCHETTO ALL INCLUSIVE?
Il mercato, sempre più maturo e consapevole, richiede una preparazione ed offerta sempre più specifica…in poche parole richiede una specializzazione sempre più marcata. Ed anche questa considerazione non è così poi banale…Dalla ricerca Astra risulta infatti che i servizi di RP vengono sempre più “scorporati” dalle agenzie soprattutto nel campo dell’organizzazione di eventi e per il lancio di nuovi prodotti. Il mio dubbio è che spesso si è portati a pensare che un referente unico per l’azienda possa essere la cosa migliore, un unico riferimento per la comunicazione di un brand, per il raggiungimento di un obiettivo, per la creazione di consenso (reputazione). Mi viene da pensare che se un professionista segue l’azienda a 360° avrà più facilità ad avere una visione d’insieme ed a coordinare tutte le attività del communication mix. Oppure è ipotizzabile che l’offerta di troppi servizi sia interpretata come uno scarso livello di professionalità? Tra l’altro ho apprezzato moltissimo l’intervento di Fabio de Visintini, direttore della Comunicazione della Regione FVG, in cui descriveva il concetto friulano del FASO TUTTO MI’ (Faccio tutto io) che ha salvato queste terre nel passato (vedi il terremoto del Friuli nel 1976) ma che ora rischia di diventare ostacolo alla crescita della regione.

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1 Commenti:

Alle 11 novembre 2006 alle ore 14:32:00 WET , Blogger Massimiliano Conti ha detto...

Caro Stefano,
Sono felice di sentire che la ricerca smentsce i nostri preconcetti sulla mancanza di una cultura diffusa delle RP nel triveneto. Questo dato in controtendenza però mi fa nascere una domanda: siamo noi a non conoscere approfonditamente il contesto in cui operiamo o forse nelle nostre rispettive regioni (Trentino e Friuli) la tendenza non è allineata a quella del Veneto?
Già, perchè proprio poco tempo fa, in una discussione simile alla nostra, la responsabile ufficio stampa della Confindustria di Trento (dott.ssa Gobbat) mi diceva che la stragrande maggioranza delle imprese associate non ha un responsabile dell'ufficio stampa e tantomeno della comunicazione. Quelle poche aziende che investono con consapevolezza si rivolgono ad agenzie di comunicazione esterne al Trentino.
Questi dati confermano la mia convinzione, maturata quotidianamente a contatto con le aziende, che la cultura delle RP in Trentino è molto indietro. La domanda e l'offerta sono ancora a livelli molto inferiori a quelli di altre regioni. Lo dimostra anche il fatto che, in trentino, il 90% delle sedicenti agenze di comunicazione sono in realtà concessionarie di mezzi pubblicitari (o agenzie di web design e grafica), che affiancano il cliente tralasciando quasi sempre la consulenza stategica e concentrandosi sulla pubblicità e sulla relativa scelta dei mezzi.
Tuttavia un segnale positivo c'è. In più occasioni, ho colto in diversi dirigenti un certo interesse e curiosità verso le potenzialità della comunicazione d'impresa. Pare dunque, a mio avviso, che il terreno sia fertile, ma necessiti di essere seminato adeguatamente per generare quel livello di domanda a cui rispondere con servizi di RP di qualità.
E qui mi collego al secondo punto del tuo intervento: specializzazione o pacchetto completo? In un contesto come quello sopra esposto, credo che, per ora, il "pacchetto completo" sia la soluzione più appropriata, sia perchè mancano i professionisti specializzati nei vari settori sia perchè si corre il rischio di disorientare, o addirittura "spaventare", un cliente ancora immaturo. Col tempo ma soprattutto con uno stile di consulenza "educativo" si potrà portare le aziende a richiedere la qualità specializzata nei servizi di RP.

 

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